Buon ritorno a tutti, cari fan di The Good Wife!
Dopo il mitico mid-season finale, ritorniamo in quel di Chicago con un viso ben noto al pubblico di TGW, perché se non è Bishop, se non è Neil Gross, è Colin Sweeney! Ma il bello è che in questo episodio ci sono tutti e tre, anche se Gross viene solo nominato. Devo ammettere, però, che non ho trovato questo episodio particolarmente interessante, bensì parecchio noioso, soprattutto per quanto riguarda proprio il caso della settimana.
Caso vuole che il ritorno di Cary in tribunale – come avvocato, stavolta – sia segnato proprio da uno dei clienti più famosi della Lockhart/Gardner prima e della Florrick/Agos/Lockhart poi, e arriva con un bizzarro caso di perfetta copia della vita reale in una serie tv, “Call It Murder”. Non solo un episodio della serie copia la vita di Sweeney, o meglio, l’omicidio della moglie Carolyn, ma ha come protagonista uno identico spiccicato a lui! Solo che è uno spocchioso con l’accento australiano. Tra un capriccio di Sweeney, che, non contento di Diane e Cary, vorrebbe Alicia in tribunale, ed il tentativo di Alicia quasi urtata che gli suggerisce le mosse da dietro le quinte, il caso va comunque a favore dell’uxoricida più viscido del pianeta, nonostante l’accusa abbia cercato di affondarlo in tutti i modi.
Lui però non è il solo viscido dell’episodio! Eh no, perché se da una parte abbiamo Diane e Cary all’opera in tribunale, dall’altra continua l’attesa di Alicia e del suo staff per le elezioni, e a tre settimane da queste, cosa si può provare a fare per ottenere più voti, o soldi che dir si voglia? Ma andare ad elemosinare da un vecchio viscido omofobo di nome Guy Redmayne, a cui Alicia chiede il suo appoggio, anche se l’uomo avrebbe in mente ben altro. Guardate, dopo tutto questo casino quasi quasi spero che sia Prady a vincere ‘ste benedette elezioni! Non ne posso più!
Su un altro binario viaggia Kalinda, ormai relegata a bodyguard del piccolo Dylan Bishop. E forse è questa la parte che ho trovato più interessante di tutto l’episodio, la parte in cui vediamo che Lemond non è quell’uomo freddo che ci hanno sempre mostrato, ma è un buon padre che per suo figlio farebbe di tutto, e non nel modo in cui Kalinda aveva pensato. Sì, perché da un uomo che non si fa scrupoli a far fuori la gente, ti aspetti subito che voglia far fuori il tale “All American Mike”, il bullo della situazione che ha preso di mira Dylan. E invece no! Da persona civile, chiama il padre del ragazzino e gli racconta tutto.
Kalinda, dal canto suo, vedo che è un po’ perplessa e soprattutto spaventata. La proposta di Lemond l’ha sicuramente spiazzata, però, anche se come dice lei non è molto brava con i bambini, se l’è cavata benissimo con Dylan, e poi lui si fida molto di lei, ormai penso che la consideri una di famiglia. Nello stesso tempo la donna è spaventata da quel losco SUV che la segue… chi sarà?
Uno dei personaggi che ha fatto il suo ingresso in sordina, e che adesso mi sta piacendo parecchio, è quello di Marissa Gold, degna figlia di suo padre, sempre con la battuta pronta. In questo episodio in particolare abbiamo saputo una cosa su di lei che non ci era mai stata rivelata: è stata nell’esercito per due anni, lo racconta all’attuale moglie di Sweeney, Renata Ellard, interpretata fantasticamente da Laura Benanti che ogni volta mi fa morire dalle risate con il suo fare provocante!
Insomma, mi piacerebbe se Marissa diventasse un personaggio più o meno fisso. Potrebbe riempire i vuoi lasciati da Eli quando non è in scena! Chissà…
Tirando le somme di questo Dark Money, direi che come ritorno si poteva fare di meglio… Spero che la questione elezioni finisca presto e soprattutto che quanto prima ci facciano sapere cosa succede veramente nella Florrick/Agos/Lockhart dopo quel piccolo battibecco avvenuto tra i tre in “The Debate”!
Vi lascio col promo del prossimo episodio, Mind’s Eye, che si preannuncia interessante, e vi invito a passare da The Good Wife Italia!